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      Per il rapporto «sciocco-briccone» è da ricordare il rapporto «sciocco-intelligente», nel senso che l’intelligente può fingersi sciocco e riuscire a farsi credere tale, ma lo sciocco non può fingersi intelligente e farsi credere tale, a meno che non trovi gente piú sciocca di lui, ciò che non è difficile.
     
     
      [«Meriti» delle classi dirigenti.] È strano come, la identità «Stato-classe» non essendo di facile comprensione, avvenga che un governo (Stato) possa far rifluire sulla classe rappresentata come un merito e una ragione di prestigio l’aver finalmente fatto ciò che da piú di cinquant’anni doveva essere fatto, e quindi dovrebbe essere un demerito e una ragione di infamia. Si lascia morire di fame un uomo fino a cinquant’anni; a cinquant’anni ci si accorge di lui. Nella vita individuale ciò sarebbe ragione di una scarica di pedate. Nella vita statale appare un «merito». Non solo, ma il «lavarsi» a cinquant’anni appare superiorità su altri uomini di cinquant’anni che si sono sempre lavati. (Ciò si dice per le bonifiche, i lavori pubblici, le strade, ecc., cioè l’attrezzatura civile generale di un paese: che un paese si dia questa attrezzatura, che altri si sono dati al loro tempo, è conclamato e strombazzato e si dice agli altri: fate altrettanto, se potete. Gli altri non possono, perché l’hanno già fatto al loro tempo e ciò viene presentato come una loro «impotenza»).
     
      Eppure il fatto che lo Stato-governo, concepito come una forza autonoma, faccia rifluire il suo prestigio sulla classe che ne è il fondamento, è dei piú importanti praticamente e teoricamente e merita di essere analizzato in tutta la sua estensione se si vuole avere un concetto piú realistico dello Stato stesso.


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Passato e presente
di Antonio Gramsci
pagine 364

   





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