Per il Settentrione le teoriche di Giuseppe Brunati, dei giornali «Il Sabaudo» e «La Monarchia». È certo che solo per l’Italia meridionale si può parlare di una ortodossia assoluta e conseguente. Nel Settentrione l’istituto della monarchia è sempre stato connesso a una ideologia generale di cui la monarchia dovrebbe essere lo strumento. In questo senso il monarchismo settentrionale può riallacciarsi al Gioberti.
L’errore degli antiprotezionisti di sinistra (scrittori della «Voce», «Unità», sindacalisti, ecc.). Essi impostavano le quistioni come quistioni di principio (scientifico), come scelta di un indirizzo generale della politica statale e anzi nazionale dei governi. Dividevano gli industriali liberisti da quelli protezionisti, ecc., invitando a scegliere tra queste due categorie. Ma si potevano esse dividere, oppure i loro interessi non erano già strettamente connessi attraverso le banche e tendevano sempre piú a connettersi attraverso i gruppi finanziari e i cartelli industriali? Occorreva quindi, se si voleva creare una forza politica «liberista» efficiente, non proporsi fini irraggiungibili, quali questo di dividere il campo industriale e dare a una parte di esso l’egemonia sulle masse popolari (specialmente sui contadini), ma tendere a creare un blocco fra le classi popolari, con l’egemonia di quella piú avanzata storicamente. (Libro di Rerum Scriptor, su Tendenze vecchie e necessità nuove del movimento operaio italiano potrebbe essere recensito in tal senso). Infatti Rerum Scriptor e soci ottennero lo scopo meschino di deviare il rancore contadino contro gruppi sociali «innocenti» relativamente, ecc.
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