Uguaglianza di realtà effettuale determina identità di pensiero e non viceversa. Se ne deduce ancora che ogni verità, pur essendo universale, e pur potendo essere espressa con una formula astratta, di tipo matematico (per la tribú dei teorici), deve la sua efficacia all’essere espressa nei linguaggi delle situazioni concrete particolari: se non è esprimibile in lingue particolari è un’astrazione bizantina e scolastica, buona per i trastulli dei rimasticatori di frasi.
Cavalieri azzurri (o principi azzurri), calabroni e scarafaggi stercorari. Luigi Galleani, verso il 1910, ha compilato uno zibaldone farraginoso, intitolato Faccia a faccia col nemico (edito dalle «Cronache Sovversive», negli Stati Uniti, a Chicago o a Pittsburg), in cui ha raccolto da giornali disparati, senza metodo e critica, i resoconti dei processi di una serie di cosí detti libertari individualisti (Ravachol, Henry, ecc.). La compilazione è da prendere con le molle, ma qualche spunto curioso può esserne tratto.
1) L’on. Abbo, nel suo discorso di Livorno del gennaio 1921, ripeté letteralmente la dichiarazione di «principî» dell’individualista Etievant, riportata in appendice del libro galleanesco; anche la frase sulla «linguistica», che suscitò l’ilarità generale, è ripetuta alla lettera. Certamente l’on. Abbo sapeva a memoria il pezzo e ciò può servire a indicare quale fosse la cultura dei tipi come l’on. Abbo e come tale letteratura fosse diffusa e popolare.
2) Dalle dichiarazioni degli imputati risulta che uno dei motivi fondamentali delle azioni «individualistiche» era il «diritto al benessere» concepito come un diritto naturale (per i francesi, s’intende, che occupano la maggior parte del libro). Da vari imputati è ripetuta la frase che «una orgia dei signori consuma ciò che basterebbe a mille famiglie operaie»; manca ogni accenno alla produzione e ai rapporti di produzione.
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