La continuità «giuridica» del centro organizzativo non dev’essere di tipo bizantino-napoleonico, cioè secondo un codice concepito come perpetuo, ma romano-anglosassone, cioè la cui caratteristica essenziale consiste nel metodo, realistico, sempre aderente alla concreta vita in perpetuo sviluppo. Questa continuità organica richiede un buon archivio, bene attrezzato e di facile consultazione, in cui tutta l’attività passata sia facilmente riscontrabile e «criticabile». Le manifestazioni piú importanti di questa attività non sono tanto le «decisioni organiche» quanto le circolari esplicative e ragionate (educative).
C’è il pericolo di «burocratizzarsi», è vero, ma ogni continuità organica presenta questo pericolo, che occorre vigilare. Il pericolo della discontinuità, dell’improvvisazione, è ancora piú grande. Organo, il «Bollettino» che [ha] tre sezioni principali: 1) articoli direttivi; 2) decisioni e circolari; 3) critica del passato, cioè richiamo continuo dal presente al passato, per mostrare le differenziazioni e le precisazioni e per giustificarle criticamente.
Grande ambizione e piccole ambizioni. Può esistere politica, cioè storia in atto, senza ambizione? «L’ambizione» ha assunto un significato deteriore e spregevole per due ragioni principali: 1) perché è stata confusa l’ambizione (grande) con le piccole ambizioni; 2) perché l’ambizione ha troppo spesso condotto al piú basso opportunismo, al tradimento dei vecchi principî e delle vecchie formazioni sociali che avevano dato all’ambizioso le condizioni per passare a servizio piú lucrativo e di piú pronto rendimento.
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