[Dirigere e organizzare.] Convinzione ogni giorno piú radicata che non meno delle iniziative conta il controllo che la iniziativa sia attuata, che mezzi e fini coincidano perfettamente (sebbene non sia ciò da intendere materialmente) e che si può parlare di volere un fine solo quando si sanno predisporre con esattezza, cura, meticolosità, i mezzi adeguati, sufficienti e necessari (né piú né meno, né di qua né di là dalla mira). Convinzione anche radicata, che, poiché le idee camminano e si attuano storicamente con gli uomini di buona volontà, lo studio degli uomini, la scelta di essi, il controllo delle loro azioni è altrettanto necessario che lo studio delle idee, ecc. Perciò ogni distinzione tra il dirigere e l’organizzare (e nello organizzare è compreso il «verificare» o controllare) indica una deviazione e spesso un tradimento.
Élite e decimo sommerso. È da porsi la domanda se in qualsivoglia società sia possibile la costituzione di una élite, senza che in essa confluiscano una gran quantità di elementi appartenenti al «decimo sommerso» sociale. Ma la domanda diviene necessaria se la élite si costituisce sul terreno di una dottrina che può essere interpretata fatalisticamente: allora affluiscono, credendo di poter giustificare idealmente la loro povertà d’iniziativa, la loro deficiente volontà, la loro mancanza di paziente perseveranza e concentrazione degli sforzi, tutti i falliti, i mediocri, gli sconfitti, i malcontenti che la mancanza(1) non piova dal cielo e le siepi non producano salsicce, che anch’essi sono una forma di «decimo sommerso» delle società in cui la lotta per l’esistenza è accanita e nei paesi poveri, in cui ci si può fare un posto al sole solo dopo lotte accanite.
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Dirigere Convinzione
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