Poiché gli scienziati non vogliono lasciarsi fare e solo qualcuno si lascia indurre a entrare in rapporto epistolare con lui, ecco che lo Spirito li sfida nel suo terreno, e se non accettano ancora, sorride sardonicamente e trionfalmente: non accettano la sfida, perché hanno paura o qualcosa di simile. Lo Spirito non può supporre che gli scienziati non vogliono occuparsi di lui perché non ne vale la pena e perché hanno altro da fare. Poiché egli è la «filosofia» e filosofia = scienza, ecc. quegli scienziati non sono «veri» scienziati, anzi la «vera» scienza non è mai esistita, ecc.
Volpicelli e Spirito, direttori dei «Nuovi Studi», i Bouvard e Pécuchet della filosofia, della politica, dell’economia, del diritto, della scienza, ecc. ecc. Quistione fondamentale: l’utopia di Spirito e Volpicelli consiste nel confondere lo Stato con la società regolata, confusione che si verifica per una puramente «razionalistica» concatenazione di concetti: individuo = società (l’individuo non è un «atomo», ma l’individuazione storica dell’intera società), società = Stato, dunque individuo = Stato. Il carattere che differenzia questa «utopia» dalle utopie tradizionali e dalle ricerche, in generale, dell’«ottimo stato» è che Spirito e Volpicelli dànno come già esistente questa loro «fantastica» entità, esistente ma non riconosciuta da altri che da loro, depositari della «vera verità», mentre gli altri (specialmente gli economisti e in generale gli scienziati di scienze sociali) non capiscono nulla, sono nell’«errore», ecc.
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