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      Un rapporto tra operai «occupati» e il resto della popolazione darebbe l’immagine del peso «parassitario» che grava sulla produzione. Disoccupazione di non-salariati: essi non sono passibili di statistica, perché «vivono» in qualche modo di mezzi propri, ecc. Nel dopoguerra la categoria degli improduttivi parassitari in senso assoluto e relativo è cresciuta enormemente, ed è essa che divora il risparmio. Nei paesi europei essa è ancor superiore che in America, ecc. Le cause della crisi non sono quindi «morali» (godimenti, ecc.), né politiche ma economico-sociali, cioè della stessa natura della crisi stessa: la società crea i suoi propri veleni, deve far vivere delle masse (non solo di salariati disoccupati) di popolazione che impediscono il risparmio e rompono cosí l’equilibrio dinamico.
     
     
      [Imposte e assicurazioni.] Oltre al gettito delle imposte (i redditi patrimoniali sono trascurabili) i governi hanno a loro disposizione le grandi somme rappresentate dal movimento delle assicurazioni, che spesso sono imponenti. È da vedere se attraverso le assicurazioni non si riesca a imporre nuove tasse. Vedere quanto costa l’assicurazione e se essa è «pagata» con maggior o minore facilità e subito o con ritardo. Se, rendendola piú a buon prezzo, potrebbe diffondersi maggiormente, quali classi sono assicurate e quali escluse; l’assicurazione è una forma di risparmio, anzi la piú tipica e popolare. Come lo Stato reintegra le somme che si fa passare dagli istituti di assicurazione? Con buoni del tesoro o con debito pubblico?


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Passato e presente
di Antonio Gramsci
pagine 364

   





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