.. Il problema della copertura delle perdite di un’azienda è appunto quello della loro ripartizione oltre la cerchia che dovrebbe direttamente sopportarle a termine del diritto comune: i proprietari (azionisti), i creditori (prestatori di danaro, prestatori d’opera e fornitori). Tale processo potrebbe chiamarsi, nei casi in cui lo Stato provvede a coprire le perdite di un’azienda, un processo di nazionalizzazione delle perdite, un’estensione del principio del risarcimento dei danni di guerra e degli infortuni naturali». Che si nazionalizzino le perdite, e non i profitti, che si risarciscano i danni creati dalla speculazione (voluta), ma non dalla disoccupazione (involontaria), non fa ridere il De Stefani.
L’individuo e lo Stato. Come la situazione economica è mutata a «danno» del vecchio liberalismo: è vero che ogni cittadino conosce i suoi affari meglio di chiunque altro nelle attuali condizioni? è vero che avviene, nelle attuali condizioni, una selezione secondo i meriti? «Ogni cittadino», in quanto non può conoscere e specialmente non può controllare le condizioni generali in cui gli affari si svolgono data l’ampiezza del mercato mondiale e la sua complessità, in realtà non conosce neanche i propri affari: necessità delle grandi organizzazioni industriali, ecc. Inoltre lo Stato, col regime sempre piú gravoso delle imposte, colpisce i cittadini propri, ma non può colpire i cittadini delle altre nazioni (meno tassate, o con regimi di tasse che distribuiscono diversamente le imposte); i grandi Stati, che devono avere grandi spese per servizi pubblici imponenti (compresi esercito, marina, ecc.
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