) colpiscono di piú i cittadini propri (si aggiunge la disoccupazione sussidiata, ecc.). Ma l’intervento dello Stato con le tariffe doganali crea una nuova base? Lo Stato, con le tariffe, «sceglie» tra i cittadini quelli da proteggere anche se non «meritevoli», e scatena una lotta tra i gruppi per la divisione del reddito nazionale, ecc.
[Roma capitale.] La frase che «non si rimane a Roma senza idee», che trovasi citata in altra nota, ed è attribuita al Mommsen, è stata pronunciata il 26 marzo 1861 (in Parlamento) da Giuseppe Ferrari, che sosteneva doversi andare a Roma «colle idee proclamate dalla Rivoluzione francese», che «ci possono redimere dal pontefice perché riscattano la ragione». Nel 1872 (16 dicembre, in Parlamento) il Ferrari osservava che come tante altre cose d’Italia si erano fatte «a poco a poco, lentamente, per una serie di quasi», si era «persino trovato il mezzo di venire a Roma a poco a poco»; e aggiungeva: non vorrei «che a poco a poco fossero snaturate le nostre istituzioni e che noi ci trovassimo in un altro mondo: per esempio, nel Medioevo». Ricordare che dei moderati, Quintino Sella trovava che «bisognava andare a Roma» con un’idea universale, e quest’idea trovava nella «scienza».
Cfr. B. Croce, Storia d’Italia, 3ª ediz., p. 4 e nota alla pagina 4, a p. 305. In un articolo del 22 dicembre 1864, all’annunzio della votazione che decide il trasferimento della capitale da Torino a Firenze, Francesco De Sanctis (nell’«Italia» di Napoli o nel «Diritto»? cercare) scrive: «A Roma noi andiamo per edificarvi la terza civiltà, per farla una terza volta regina del mondo civile.
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