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      Tanto piú occorre esser cauti, quanto piú pare che attualmente sia difficile conoscere ciò che le nuove generazioni pensano e vogliono. Secondo la «Civiltà Cattolica», il succo dell’inchiesta sarebbe: «La nuova generazione sarebbe dunque: senza morale e senza principî immutabili di moralità, senza religiosità ovvero atea, con poche idee e con molto istinto». «La generazione prebellica credeva e si faceva dominare dalle idee di giustizia, di bene, di disinteresse e della religione; la moderna spiritualità si è sbarazzata di tali idee, le quali in pratica sono immorali. I piccoli fatti della vita richiedono elasticità e pieghevolezza morale, che si comincia a ottenere con la spregiudicatezza della nuova generazione. Nella nuova generazione perdono valore tutti quei principî morali che si sono imposti quali assiomi alle coscienze individuali. La morale è divenuta assolutamente pragmatistica: essa scaturisce dalla vita pratica, dalle diverse situazioni in cui l’uomo viene a trovarsi. La nuova generazione non è né spiritualistica, né positivistica, né materialistica, essa tende a superare razionalmente tanto gli atteggiamenti spiritualistici, quanto le viete posizioni positivistiche e materialistiche. Sua principale caratteristica è la mancanza di qualsiasi forma di reverenzialità per tutto ciò che incarna il vecchio mondo. Nella massa dei giovani si è affievolito il senso religioso e tutti i diversi astratti imperativi morali, ormai divenuti inadatti alla vita di oggigiorno. I giovanissimi hanno meno idee e piú vita, hanno invece acquistata naturalezza e confidenza nell’atto sessuale, sí che l’amore non è piú considerato nel senso di un peccato, di una trasgressione, di una cosa proibita.


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Passato e presente
di Antonio Gramsci
pagine 364

   





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