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      Cosí si spiegano anche le diagnosi sempre disastrose della situazione francese, sempre smentite dai fatti reali succeduti alla diagnosi. Il fenomeno di disgregazione interna nazionale (cioè di disgregazione dell’egemonia politica del terzo stato) era molto piú avanzato nella Germania del ’14 che nella Francia del ’14, solo che la burocrazia ne faceva sparire i sintomi sotto la brillante vernice della disciplina coatta militaresca. Il fenomeno di disgregazione nazionale è avvenuto in Francia, ossia ha iniziato il suo processo di sviluppo, ma dopo il ’19, molto dopo, molto piú tardi che nei paesi a regime autoritario, che sono essi stessi un prodotto di tale disgregazione.
      Ma Missiroli è diventato una vittima piú o meno interessata dei luoghi comuni e la sua intelligenza della storia e della reale efficienza dei nessi ideologici è catastroficamente declinata: In un articolo Sorel e Clemenceau pubblicato nell’«Italia Letteraria» del 15 dicembre, il Missiroli riporta su Clemenceau un giudizio di Sorel cui non aveva accennato nell’articolo della «Nuova Antologia». Nel febbraio 1920, il Missiroli pregò il Sorel di scrivere un articolo sulla candidatura presentata e ritirata da Clemenceau alla presidenza della Repubblica. Il Sorel non volle scrivere l’articolo, ma in una lettera comunicò al Missiroli il suo giudizio: «Clemenceau sarebbe stato un presidente assai piú sul tipo di Casimir Périer che di Loubet e di Fallières. Egli ha sempre lottato appassionatamente contro gli uomini che per la loro popolarità potevano dargli ombra.


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Passato e presente
di Antonio Gramsci
pagine 364

   





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