Eppure: perché la nazione sia stilizzata in una vera unità, occorre che quanti la compongono si ritrovin tutti in un certo grado di educazione. Le classi inferiori devono nelle superiori ravvisare i tratti della perfezione conseguita: queste devono in quelle riconoscere la perfettibilità. [...] Ora, che si sia fatto molto in questo senso non potran dire che i superficiali osservatori o i rètori che empiono la bocca propria e la testa degli altri di paroloni come "stirpe" e "gente", paroloni i quali tendono, conferendo titoli di nobiltà ereditaria, ad abolire il senso dello sforzo e del dovere personale, cosí come l’ammirazione ora di moda, e tutta romantica, del costume e dei costumi locali tende a immobilizzare e cristallizzare, invece che incitare sulla via del progresso». (È acuto l’accostamento implicito tra lo strapaesanismo e la cultura privilegio di classe).
Fatto affine è quello dei nomi delle strade (confronta Corrado Ricci, I nomi delle strade, «Nuova Antologia» del 1° marzo 1932): il Ricci, nel giugno 1923, al Senato, discutendosi un decreto relativo ai mutamenti di nomi delle strade e delle piazze comunali, propose che si facesse una revisione dei nomi vecchi e nuovi, per vedere se non convenisse, in diversi casi, tornare all’antico. (Ciò che avvenne in molti casi, e il fatto che talvolta fu opportuno non toglie niente al significato dell’indirizzo).
Cosí le diverse «Famiglie» meneghina, torinese, bolognese, ecc., che prosperano in questo stesso periodo. Tutti tentativi di immobilizzare e cristallizzare, ecc.
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