Pare che il primo libro che riassume il pensiero militare (politico) del Clausewitz sia quello di Emilio Canevari, Clausewitz e la guerra odierna, Roma, 1934.
Da Virgilio Brocchi, Il Volo Nuziale (cfr. nel «Secolo Illustrato», 1° ottobre 1932): «Il governo pareva incerto, e negoziava la neutralità e la guerra: ma perché i negoziati fossero realmente proficui doveva dare al mondo e soprattutto agli alleati di ieri la sensazione o la prova che esso non poteva contenere oramai la volontà esasperata della nazione che scoppiava in mille incendi, dal piú umile borgo alla capitale e divampava perfino dentro i ministeri. Sulle fiamme, ogni giornale - anche quelli che fino al giorno innanzi avevano esaltato la magnifica violenza degli imperi centrali - gettava olio e polvere esplosiva: contro tutti contrastava un solo giornale; ma chi lo dirigeva, se pur era uomo di indefettibile fede e di sicuro coraggio, mancava di virtú simpatiche e di sufficiente accorgimento, cosí che parve difendere, piú che un supremo ideale umano, e l’istinto della civiltà minacciata, il pavido egoismo di proletari per cui la patria è solo la patria dei signori e la guerra una speculazione infame di banchieri».
[Servizi di pubblica sicurezza.] Nel «Corriere della Sera» del 1° giugno [1932] sono riassunte dalla pubblicazione ufficiale le nuove norme per l’impiego delle truppe regolari in servizio di P. S. Alcune disposizioni innovatrici sono di grande importanza, come quella per cui l’autorità militare può decidere il suo intervento di propria iniziativa, senza essere chiamata dall’autorità politica.
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