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      Nel 1923, 23.925, 54,41 per 100.000. Nel 1927 dopo la revisione straordinaria degli albi disposta dalla nuova legge, il numero ascende a 26.679, 68,85 per 100.000; (furono cancellati piú di 2.000). L’azione di revisione e le nuove norme restrittive per le iscrizioni riducono, nel ’29, il numero a 25.353, 64,21 per 100.000. Ora in media si iscrivono 10 avvocati all’anno, meno delle vacanze che si verificano.
      Negli altri paesi: Francia: nel 1911, gli avocats e avoués 10.236, 29 per 100.000 abitanti; nel 1921, 15.236, 39 per 100.000. Germania del dopoguerra: nel 1925, 13.676 Rechtsanwälte (avvocati e procuratori), 22 per 100.000; nel 1913, 18 per 100.000. Austria: prima della guerra 15 per 100.000; dopo la guerra 18. Inghilterra: nel 1920, 17.946, 47 per 100.000, prima della guerra 45 per 100.000.
      Nelle facoltà di giurisprudenza italiane ogni anno 9.000 studenti: le lauree in legge che nel periodo 1911-14 furono 1.900, nel 1928-29 furono 2.240. Nel 1911-14, i licenziati dal liceo 4.943 in media all’anno, nel 1926-29, 5.640. Nella magistratura superiore (Corti d’Appello, d’Assise, Cassazione) i magistrati nel 1880 erano 2.666; nel 1913, 2.553; nel 1922, 2.546; nel 1929, 2.557.
     
     
      Italia meridionale. Sull’abbondanza dei paglietta nell’Italia Meridionale ricordare l’aneddoto di Innocenzo XI, che domandò al marchese di Carpio di fornirgli 30.000 maiali e ne ebbe la risposta che non era in grado di compiacerlo, ma che, se a Sua Santità fosse accaduto di aver bisogno di 30.000 avvocati, era sempre al fatto di servirlo.


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Passato e presente
di Antonio Gramsci
pagine 364

   





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