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      Il carattere «dottrinario» strettamente inteso di un gruppo può essere stabilito dalla sua attività reale (politica e organizzativa) e non dal contenuto «astratto» della dottrina stessa. Un gruppo di «intellettuali», per il fatto stesso che si costituisce in una certa misura quantitativa, mostra di rappresentare «problemi sociali», le condizioni per la cui soluzione esistono già o sono in via di apparizione. Si chiama «dottrinario», perché rappresenta non solo interessi immediati ma anche quelli futuri (prevedibili) di un certo gruppo: è «dottrinario» in senso deteriore quando si mantiene in una posizione puramente astratta e accademica, e alla stregua delle «condizioni già esistenti o in via di apparizione» non si sforza di organizzare, educare e dirigere una forza politica corrispondente. In questo senso i «giacobini» non sono stati per nulla «dottrinari».
     
     
      Dottrinarismo e dottrinario. Significherebbe poi «nemico dei compromessi», «fedele ai principî». Parola presa dal linguaggio politico francese. Partito di dottrinari sotto Carlo X e Luigi Filippo: Royer-Collard, Guizot, ecc.
     
     
      Empirismo. Significato equivoco del termine. Si adopera il termine di empirismo, comunemente, nel senso di non scientifico. Ma lo si adopera anche nel senso di non categorico (proprio delle categorie filosofiche) e, quindi, di «concreto» e reale nel senso «corposo» della parola. Realtà empirica e realtà categorica ecc. Per il Croce, per esempio, le scienze filosofiche sono le sole e vere scienze, mentre le scienze fisiche o esatte sono «empiriche» e astratte, perché per l’idealismo la natura è una astrazione convenzionale, di «comodo», ecc.


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Passato e presente
di Antonio Gramsci
pagine 364

   





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