La macchina. Articolo di Metron, La diffusione della macchina, nel «Corriere della Sera» del 15 marzo 1932. Significato piú largo del concetto di macchina: in Oriente è macchina sia il rasoio di sicurezza che l’automobile. In Occidente si chiama macchina sia l’«ordegno» per cucire e per scrivere che il motore elettrico e la macchina a vapore. Per Metron sono cose diverse: per lui la macchina vera e propria è quella «che permette la utilizzazione delle energie naturali» (formula equivoca, perché anche il rasoio di sicurezza e la leva di Archimede permettono di utilizzare energie naturali prima non utilizzate), le altre sono, a voler parlare con esattezza, soltanto «utensili o trasmissioni». «Le macchine utensili migliorano, rendono piú perfetto il lavoro umano; le macchine motrici si sostituiscono del tutto ad esso. La vera rivoluzione nel mondo si deve non alle macchine che, come quella per scrivere o per cucire, hanno pur sempre bisogno del motore uomo, ma a quelle macchine che eliminano del tutto lo sforzo muscolare».
Osserva Metron: «Secondo i calcoli contenuti in uno studio pubblicato in occasione della conferenza mondiale della energia tenuta il 1930 a Berlino, l’energia meccanica di ogni provenienza (carbone, oli minerali, cadute d’acqua, ecc.) consumata nel corso di un anno dall’umanità intera si può valutare a circa un trilione e 700 miliardi di kilowattora, cioè 900 kilowattora per persona. Orbene 900 kilowattora rappresentano pressoché dieci volte il lavoro che un uomo robusto può fare in un anno.
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