Studiare il fatto per cui la «logica» formale è diventata sempre piú una disciplina legata alle scienze matematiche - Russell in Inghilterra, Peano in Italia - fino a essere elevata, come dal Russell, alla pretesa di «sola filosofia» reale. Il punto di partenza potrebbe essere preso dall’affermazione di Engels, in cui «scientifico» è contrapposto a «utopistico»; il sottotitolo della «Critica Sociale» del Turati ha lo stesso significato che in Engels? Certo no; per Turati «scientifico» si avvicina al significato di «metodo proprio alle scienze fisiche» (il sottotitolo sparí a un certo punto: vedere quando; certo già nel 1917) e anche questo in senso molto generico e tendenzioso.
Il Dubreuil, nel libro Standards, nota giustamente che l’aggettivo «scientifico» tanto usato per accompagnare le parole: direzione scientifica del lavoro, organizzazione scientifica, ecc., non ha il significato pedantesco e minaccioso che molti gli attribuiscono, ma non spiega poi esattamente come debba essere inteso. In realtà, scientifico significa «razionale» e piú precisamente «razionalmente conforme al fine» da raggiungere, cioè di produrre il massimo col minimo sforzo, di ottenere il massimo di efficienza economica, ecc., razionalmente scegliendo e fissando tutte le operazioni e gli atti che conducono al fine.
L’aggettivo «scientifico» è oggi adoperato estensivamente, ma sempre il suo significato può essere ridotto a quello di «conforme al fine», in quanto tale «conformità» sia razionalmente (metodicamente) ricercata dopo un’analisi minutissima di tutti gli elementi (fino alla capillarità) costitutivi e necessariamente costitutivi (eliminazione degli elementi emotivi compresa nel calcolo).
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