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      Tuttavia, questa tale «statolatria» non deve essere abbandonata a sé, non deve, specialmente, diventare fanatismo teorico, ed essere concepita come «perpetua»: deve essere criticata, appunto perché si sviluppi, e produca nuove forme di vita statale, in cui l’iniziativa degli individui e dei gruppi sia «statale» anche se non dovuta al «governo dei funzionari» (far diventare «spontanea» la vita statale). Cfr. pag. 45, l’argomento «Iniziativa individuale».
     
     
      Teocrazia. Cesaropapismo. Ierocrazia. Non sono la stessa precisa cosa: 1) teocrazia, unita all’idea del comando per grazia di Dio; 2) cesaropapismo: l’imperatore è anche capo della religione, sebbene il carattere laico-militare predomini in lui; 3) ierocrazia è il governo dei religiosi, cioè nel comando predomina il carattere sacerdotale: quella del papa è una ierocrazia.
     
     
      Teopanismo. Termine usato dai gesuiti, per esempio, per indicare una caratteristica della religione induista (ma teopanismo non significa panteismo? oppure si adopera per indicare una particolare concezione religioso-mitologica, per distinguerla dal «panteismo» filosofico superiore?). Confrontare la «Civiltà Cattolica» del 5 luglio 1930 (articolo: L’induismo, pp. 17-18): «Per l’induismo non vi ha differenza sostanziale tra Dio, uomo, animale e pianta: tutto è Dio, non solo nella credenza delle classi inferiori, presso le quali siffatto panteismo è concepito animisticamente, ma anche presso le alte classi e le persone colte, nella cui maniera di pensare l’essenza divina si rivela, in senso teopanistico, come mondo delle anime e delle cose visibili.


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Passato e presente
di Antonio Gramsci
pagine 364

   





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