Pagina (302/364)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      È certo che nella storia romana la figura di Cesare non è caratterizzata solo o principalmente dal «cesarismo» in questo senso stretto. Lo sviluppo storico di cui Cesare fu l’espressione assume nella «penisola italica», ossia a Roma, la forma del «cesarismo» ma ha come quadro l’intero territorio imperiale e in realtà consiste nella «snazionalizzazione» dell’Italia e nella sua subordinazione agli interessi dell’impero. Né, come dice il Bodrero, Cesare trasformò Roma da stato-città in capitale dell’impero, tesi assurda e antistorica: la capitale nell’impero era dove risiedeva l’imperatore, un punto mobile; la cristallizzazione di una capitale portò alla scissione, all’emergere di Costantinopoli, di Milano, ecc. Roma divenne una città cosmopolita, e l’Italia intera divenne centro di una cosmopoli. È da fare un paragone tra Catilina e Cesare: Catilina era piú «italiano» di Cesare e la sua rivoluzione forse avrebbe, con un’altra classe al potere, conservato all’Italia la funzione egemonica del periodo repubblicano. Con Cesare la rivoluzione non è piú soluzione di una lotta tra classi italiche, ma di tutto l’impero, o almeno di classi con funzioni principalmente imperiali (militari, burocrati, banchieri, appaltatori ecc.). Inoltre Cesare, con la conquista della Gallia aveva squilibrato il quadro dell’impero: l’Occidente cominciò con Cesare a lottare con l’Oriente. Ciò si vede nelle lotte tra Antonio e Ottaviano e continuerà fino alla scissione della Chiesa, su cui ebbe influenza il tentativo di Carlo Magno di restaurare l’impero, cosí come la fondazione del potere temporale del papato romano.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Passato e presente
di Antonio Gramsci
pagine 364

   





Cesare Cesare Roma Italia Bodrero Cesare Roma Costantinopoli Milano Italia Catilina Cesare Catilina Cesare Italia Cesare Cesare Gallia Occidente Cesare Oriente Antonio Ottaviano Chiesa Carlo Magno