Le discussioni sulla guerra futura. Guerra totale, importanza dell’aviazione, delle piccole armate professionali, in confronto ai grandi eserciti di leva, ecc. Questi argomenti sono importanti in sé e per sé e meritevoli di studio e di considerazione. La letteratura in proposito deve essere ormai imponente in tutti i paesi (vedo citato un volume: Rocco Morretta, Come sarà la guerra di domani?, Milano, Casa Ed. G. Agnelli, 1932, pp. 368, L. 18). Ma c’è un aspetto della quistione che pare anch’esso degno di considerazione: tutte queste dispute sulla guerra futura ipotetica sono il terreno di una «guerra» reale attuale: le vecchie strutture militari (stati maggiori, ecc.) sono modificate per l’intervento, nell’equilibrio tra le vecchie armi, dell’aviazione e dei suoi ufficiali. Si sa che le vecchie strutture militari rappresentavano una determinata politica conservativa-reazionaria di vecchio stile, difficile da vincere e da eliminare. Per parecchi governi attuali, l’aviazione, le discussioni sull’importanza dell’aviazione, sul modo come devono essere stabiliti i piani strategici di una guerra futura ecc., sono l’occasione per eliminare molecolarmente le vecchie personalità militari, legate a un vecchio costume politico e che potrebbero organizzare dei colpi di Stato, ecc. Perciò l’importanza dell’aviazione è duplice: tecnico-militare e politico-immediata.
Vedere l’articolo del generale Orlando Freri (L’agguerrimento delle nuove generazioni, nella «Gerarchia» dell’agosto 1933), che è interessante tanto piú in quanto è stato pubblicato quasi simultaneamente alle dimissioni del generale Gazzera dal ministero della Guerra e alla crociera Balbo in stormo da Roma a Chicago.
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