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      Cioè dal punto di vista di quei particolari beni o valori che gli economisti liberali chiamano «servizi». In una determinata società, qual è la distribuzione della popolazione per rispetto alle «merci» e per rispetto ai «servizi»? (E s’intende «merci» in senso ristretto di «merci» materiali, di beni fisicamente consumabili come «spazio e volume»). È certo che quanto piú è estesa la parte «servizi», tanto piú una società è male organizzata. Uno dei fini della «razionalizzazione» è certo quello di restringere al mero necessario la sfera dei servizi. Il parassitismo si sviluppa specialmente in questa sfera. Il commercio e la distribuzione in generale appartengono a questa sfera. La disoccupazione «produttiva» determina «inflazione» di servizi (moltiplicazione del piccolo commercio).
     
     
      Personalità del mondo economico nazionale. Sono meno conosciute e apprezzate di quanto talvolta meriterebbero. Una loro classificazione: 1) scienziati, scrittori, giornalisti, la cui attività è prevalentemente teorica: che influiscono nella pratica, ma come «educatori» e teorici; 2) pratici, ma che dànno molta attività come «pubblicisti» o «relatori» o «conferenzieri» (esempio Alberto Pirelli, Teodoro Mayer, Gino Olivetti); 3) pratici, di valore indiscusso e solido (esempio Agnelli, Crespi, Silvestri, ecc.) noti al pubblico; 4) pratici che si tengono nell’ombra, quantunque la loro attività sia molto grande (esempio, Marsaglia); 5) pratici demi-monde (un esempio tipico era quel ragioniere Panzarasa della società a catena Italgas); 6) esperti statali, specialisti della burocrazia statale per le dogane, le aziende autonome, il commercio internazionale, ecc.; 7) banchieri e speculatori ecc.


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Passato e presente
di Antonio Gramsci
pagine 364

   





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