Si dovrebbero esaminare queste personalità «pratiche» per ogni attività industriale, tecnica, finanziaria, ecc. E anche «politico-parlamentare» (compilatori e relatori per i bilanci e per le leggi economiche finanziarie al Senato e alla Camera) e «tecnici» (tipo ing. Omodeo). La raccolta delle pubblicazioni periodiche del «Rotary» italiano, le pubblicazioni ufficiali delle confederazioni industriali e padronali potrebbero dare un certo materiale: cosí le pubblicazioni del Credito Italiano sulle Società Anonime.
[Le rivendicazioni dell’italiano meschino.] Francesco Savorgnan di Brazzà ha raccolto in volume (Da Leonardo a Marconi, Hoepli, Milano, 1933, pp. VIII-368, L. 15) una serie di suoi articoli che rivendicano a «individualità» italiane una serie di invenzioni e scoperte (termometro, barometro, dinamo, galvanoplastica, igrometro, telefono, paracadute, ecc.), che pare siano state spesso «usurpate» da stranieri. In altra nota fu fatto notare come una tale «rivendicazione» sia da «italiano meschino», che in realtà riduce l’Italia alla funzione della Cina, dove, come è noto, è stato inventato «tutto». La nota riguardava anche Cristoforo Colombo e la scoperta dell’America ed era connessa a una serie di osservazioni sul fatto che nel Quattrocento gli italiani perdettero lo spirito di intrapresa (come collettività), mentre singoli italiani «intraprendenti» se vollero affermarsi, dovettero porsi al servizio di Stati stranieri o di capitalisti stranieri.
Le statue viventi di Cuneo. Uno degli aneddoti cuneesi piú graziosi: per la visita di Vittorio Emanuele II, l’amministrazione della città raccolse dai dintorni i giovani fisicamente piú prestanti, che, ingessati a dovere, furono collocati, prima della sfilata reale, su piedistalli in pose da statue antiche.
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