Certo sono andati piú inglesi negli Stati Uniti dopo il distacco che quando gli Stati Uniti [erano] colonia inglese ecc.: piú inglesi negli Stati Uniti indipendenti che nelle colonie inglesi, ecc. Le colonie hanno permesso un’espansione delle forze produttive e quindi hanno assorbito l’esuberanza demografica di una serie di paesi, ma non c’è stato in ciò influsso del fattore «dominio diretto». L’emigrazione segue leggi proprie, di carattere economico, cioè si avviano correnti migratorie nei vari paesi secondo i bisogni di varie specie di mano d’opera o di elementi tecnici dei paesi stessi. Uno Stato è colonizzatore non in quanto prolifico, ma in quanto ricco di capitale da collocare fuori dei propri confini, ecc. Cosí vedere in quali paesi si sono dirette le correnti migratorie degli Stati senza colonie e quali di questi paesi «potevano» diventare loro colonie (astrattamente). La enorme maggioranza delle emigrazioni tedesca, italiana, giapponese verso paesi non «colonizzabili».
I negri d’America. Corrispondenza da New York di Beniamino De Ritis nel «Corriere della Sera» del 18 febbraio 1932 (Colonie a contanti?). Tendenze americane di abbinare il problema dei debiti europei con le necessità politico-strategiche degli Stati Uniti nel Mar dei Caraibi: domanda di cessione dei possedimenti europei nelle Antille e anche di colonie africane. L’economista Stephen Leacok ha pubblicato nel «Herald Tribune» un articolo, dove scrive che la cessione del Congo sarebbe sufficiente a pagare l’intero debito di guerra: «Un gran sogno diverrebbe realtà. Sei generazioni fa, gli indigeni del Congo vennero in America trasportati come schiavi.
| |
Stati Uniti Stati Uniti Stati Uniti Stato Stati America New York Beniamino De Ritis Sera Colonie Stati Uniti Mar Caraibi Antille Stephen Leacok Tribune Congo Congo America
|