La cultura come espressione della società. Una affermazione del Baldensperger, che i gruppi umani «creano le glorie secondo le necessità e non secondo i meriti», è giusta e va meditata. Essa può estendersi anche oltre il campo letterario.
Buon senso e senso comune. I rappresentanti del «buon senso» sono l’«uomo della strada», il «francese medio» diventato l’«uomo medio», monsieur Tout-le monde. Nella commedia borghese sono specialmente da ricercare i rappresentanti del buon senso.
Il Manzoni fa distinzione tra senso comune e buon senso (cfr. Promessi Sposi, cap. XXXII sulla peste e sugli untori). Parlando del fatto che c’era pur qualcuno che non credeva agli untori, ma non poteva sostenere la sua opinione contro l’opinione volgare diffusa, scrive: «Si vede che era uno sfogo segreto della verità, una confidenza domestica; il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune».
Filosofi-letterati e filosofi-scienziati. Ha un qualsiasi valore il fatto che un filosofo abbia preso le mosse da una esperienza scientifica o da una esperienza «letteraria»? Cioè quale filosofia è piú «realistica»: quella che muove dalle scienze «esatte» o quella che muove dalla «letteratura» cioè dall’osservazione dell’uomo in quanto intellettualmente attivo e non solo «parte meccanica della natura?»
Freud e l’uomo collettivo. Il nucleo piú sano e immediatamente accettabile del freudismo è l’esigenza dello studio dei contraccolpi morbosi che ha ogni costruzione di «uomo collettivo», di ogni «conformismo sociale», di ogni livello di civiltà, specialmente in quelle classi che «fanaticamente» fanno del nuovo tipo umano da raggiungere una «religione», una mistica, ecc.
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