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      Su questo stesso argomento è da vedere l’articolo di Gioacchino Volpe: Storici del Risorgimento a congresso nell’«Educazione Fascista» del luglio 1932. Il Volpe informa sul 20° Congresso della Società Nazionale per la Storia del Risorgimento, tenuto a Roma nel maggio-giugno 1932. La storia del Risorgimento fu prima concepita prevalentemente come «storia del patriottismo italiano». Poi essa cominciò ad approfondirsi, «ad essere vista come vita italiana del XIX secolo e quasi dissolta nel quadro di quella vita, presa tutta in un processo di trasformazione, coordinazione, unificazione, ideali e vita pratica, cultura e politica, interessi privati e pubblici». Dal secolo XIX si risalí al secolo XVIII e si videro nessi prima nascosti, ecc. Il secolo XVIII «fu visto dall’angolo visuale del Risorgimento, anzi come Risorgimento anch’esso; con la sua borghesia ormai nazionale: con il suo liberalismo che investe la vita economica e la vita religiosa e poi quella politica e che non è tanto un “principio” quanto una esigenza di produttori; con quelle prime concrete aspirazioni ad “una qualche forma di unità” (Genovesi), per la insufficienza dei singoli Stati, ormai riconosciuta, a fronteggiare, con la loro ristretta economia, la invadente economia di paesi tanto piú vasti e forti. Nello stesso secolo si delineava anche una nuova situazione internazionale. Entravano cioé nel pieno giuoco forze politiche europee interessate ad un assetto piú indipendente e coerente e meno staticamente equilibrato della penisola italiana.


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Il Risorgimento
di Antonio Gramsci
pagine 341

   





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