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      Perché il Partito d’Azione fosse diventato una forza autonoma e, in ultima analisi, fosse riuscito per lo meno a imprimere al moto del Risorgimento un carattere piú marcatamente popolare e democratico (piú in là non poteva forse giungere date le premesse fondamentali del moto stesso), avrebbe dovuto contrapporre all’attività «empirica» dei moderati (che era empirica solo per modo di dire poiché corrispondeva perfettamente al fine) un programma organico di governo che riflettesse le rivendicazioni essenziali delle masse popolari, in primo luogo dei contadini: all’«attrazione spontanea» esercitata dai moderati avrebbe dovuto contrapporre una resistenza e una controffensiva «organizzata» secondo un piano.
      Come esempio tipico di attrazione spontanea dei moderati è da ricordare il formarsi e lo sviluppo del movimento «cattolico-liberale», che tanto impressionò il papato e in parte riuscí a paralizzarne le mosse, demoralizzandolo, in un primo tempo spingendolo troppo a sinistra - con le manifestazioni liberaleggianti di Pio IX - e in un secondo tempo cacciandolo in una posizione piú destra di quella che avrebbe potuto occupare e in definitiva determinandone l’isolamento nella penisola e in Europa. Il papato ha dimostrato successivamente di aver appreso la lezione e ha saputo nei tempi piú recenti manovrare brillantemente: il modernismo prima e il popolarismo poi sono movimenti simili a quello cattolico-liberale del Risorgimento, dovuti in gran parte al potere di attrazione spontanea esercitata dallo storicismo moderno degli intellettuali laici delle classi alte da una parte e dall’altra dal movimento pratico della filosofia della prassi.


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Il Risorgimento
di Antonio Gramsci
pagine 341

   





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