nowsky.
La direzione militare era una quistione piú vasta della direzione dell’esercito e della determinazione del piano strategico che l’esercito doveva eseguire; essa comprendeva in piú la mobilitazione politico-insurrezionale di forze popolari che fossero insorte alle spalle del nemico e ne avessero intralciato i movimenti e i servizi logistici, la creazione di masse ausiliarie e di riserva da cui trarre nuovi reggimenti e che dessero all’esercito «tecnico» l’atmosfera di entusiasmo e di ardore. La politica popolare non fu fatta neanche dopo il ’49; anzi sugli avvenimenti del ’49 si cavillò stoltamente per intimidire le tendenze democratiche: la politica nazionale di destra si impegnò nel secondo periodo del Risorgimento nella ricerca dell’aiuto della Francia bonapartista e con l’alleanza francese si equilibrò la forza austriaca. La politica della Destra nel ’48 ritardò l’unificazione della penisola di alcuni decenni.
Le incertezze nella direzione politico-militare, le continue oscillazioni tra dispotismo e costituzionalismo ebbero i loro contraccolpi disastrosi anche nell’esercito piemontese. Si può affermare che quanto piú un esercito è numeroso, in senso assoluto, come massa reclutata, o in senso relativo, come proporzioni di uomini reclutati sulla popolazione totale, tanto piú aumenta l’importanza della direzione politica su quella meramente tecnico-militare. La combattività dell’esercito piemontese era altissima all’inizio della campagna del ’48: i destri credettero che tale combattività fosse espressione di un puro spirito militare e dinastico astratto, e cominciarono a intrigare per restringere le libertà popolari e smorzare le aspettative in un avvenire democratico.
| |
Risorgimento Francia Destra
|