Pagina (207/341)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
     
      Accanto ai concetti di rivoluzione passiva, di rivoluzione-restaurazione ecc., porre questa affermazione di Giuseppe Ferrari (10 novembre 1864 in Parlamento): «Noi siamo il governo piú libero che abbia mai avuto l’Italia da cinquecento anni; se io esco da questo Parlamento, io cesso di appartenere alla rivoluzione ordinata, legale, ufficiale».
     
      A proposito della minaccia continua che il governo austriaco faceva ai nobili del Lombardo-Veneto di promulgare una legislazione agraria favorevole ai contadini (minaccia non vana, perché già attuata in Galizia contro l’aristocrazia polacca), sono interessanti alcuni spunti di storia della Polonia contenuti in un articolo della «Pologne Littéraire» riassunto dal «Marzocco» del 1° dicembre 1929. Il giornale polacco, ricercando le cause storiche dello spirito militare dei polacchi, per cui si trovano volontari polacchi in tutte le guerre e le guerriglie, in tutte le insurrezioni e in tutte le rivoluzioni del secolo scorso, risale a questo fatto: il 13 luglio 1792 «una nazione che contava 9 milioni di abitanti, che aveva 70.000 soldati sotto le armi, fu conquistata senza essere stata vinta». Il 3 maggio 1791 era stata proclamata una costituzione il cui spirito largamente democratico poteva divenire un pericolo per i vicini, il re di Prussia, l’imperatore d’Austria, e lo zar di Russia, e che aveva parecchi punti di contatto con la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino votata dalla Costituente francese nell’agosto 1789. La Polonia fu conquistata con la piena connivenza dei nobili polacchi, i quali, piú previdenti dei loro confratelli di Francia, non avevano atteso l’applicazione della carta costituzionale per provocare l’intervento straniero.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il Risorgimento
di Antonio Gramsci
pagine 341

   





Giuseppe Ferrari Parlamento Italia Parlamento Lombardo-Veneto Galizia Polonia Littéraire Prussia Austria Russia Dichiarazione Costituente Polonia Francia