Vedi nel «Corriere della Sera» del 16 ottobre 1931 l’articolo di Gioacchino Volpe, Quattro anni di governo nel diario autografo del Re (sul libro di Francesco Salata, Carlo Alberto inedito). Il Volpe è anodino e prudente all’eccesso nei suoi giudizi e nella sua esposizione. Un capitoletto è intitolato «Contro le ingerenze straniere», ma quali sono queste ingerenze? Carlo Alberto è favorevolissimo all’intervento dell’Austria nelle Legazioni; è contro l’ingerenza (?) negli affari interni del Piemonte dell’ambasciatore francese e del ministro inglese che vorrebbero una conferenza a Torino per regolare le faccende dello Stato e della Chiesa: Carlo Alberto preferí l’intervento armato dell’Austria nelle Legazioni piuttosto che fare intervenire le proprie truppe come il Papa desiderava, perché non voleva che i soldati piemontesi si contagiassero di liberalismo o nei Romagnoli nascesse il desiderio di unirsi al Piemonte.
Tradizioni militari del Piemonte. Non esistevano in Piemonte fabbriche di armi: le armi dovevano tutte essere comprate all’estero. Come «tradizione» militare non c’è male. Su questo argomento sarà bene fare delle ricerche. Le armi che Carlo Alberto mandò al Sonderbund svizzero, e che sguarnirono il Piemonte prima del ’48, furono vendute e a quanto o regalate? Il Piemonte ci perdette? Quando fu impiantata la prima fabbrica d’armi?
Nel discorso di Cavour al Senato del 23 maggio 1851, si dice appunto che non esistono fabbriche e che si spera, dopo il ribasso del prezzo del ferro che sarà determinato dalla politica liberista (trattato con l’Inghilterra) che fabbriche di armi potranno nascere.
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