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      Questo rizzamento ha poco o nessun contrasto nelle città principali o piú popolose; ma ne ha molto nelle piú piccole e moltissimo nelle campagne. Ier sera si voleva rizzare fuori Porta Romana; furon grida di evviva; poi contrasto di chi voleva e di chi non voleva; poi colpi di coltello e fucilate; infine un grande sconquasso. I contadini dei dintorni, credendo che fosse una baldoria che si facesse per il ritorno del granduca, o che fossero già istigati e preparati alla reazione, o comechessia, cominciarono anch’essi a fare gli evviva a Leopoldo II, a tirar fucilate, a cavar bandiere, ad agitar fazzoletti, a sparar mortaletti e cose simili». Piú sintomatico è lo scritto del Monzani, che dà uno scampolo di quella che doveva essere la propaganda disfattista dei moderati: «La cecità, e, quel che è peggio, la mala fede, l’astuzia, il raggiro, mi paiono giunti al colmo. Si parla molto di patria, di libertà, ma pochi hanno in cuore la patria e saprebbero fare estremi sacrifizi ed esporre le vite a salvamento di essa. Questi santissimi nomi sono purtroppo profanati, ed i piú se ne servono come pala (!) ad ottenere o potenza o ricchezza. Forse m’ingannerò, ma l’aspettarsi salvezza da costoro mi parrebbe il medesimo che aspettarla dal turco. Io non sono avvezzo ad illudermi, né a correr dietro ai fantasmi, ché troppo gli italiani si sono lasciati prendere al laccio delle chimere, e dalle utopie di certi apostoli, i quali ormai sono troppo dannosi alla nostra disgraziata patria».
      Le due lettere furono sequestrate allo Spaventa al momento dell’arresto.


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Il Risorgimento
di Antonio Gramsci
pagine 341

   





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