Iniziative popolari. Confrontare nella rivista «Irpinia» (di Avellino) del luglio 1931 (è riassunta nel «Marzocco» del 26 luglio 1931) la lettura di Nicola Valdimiro Testa sugli avvenimenti svoltisi nella provincia di Avellino negli anni 1848-49. La narrazione pare molto interessante per intendere quali fossero i sentimenti popolari e quali correnti di passioni attraversassero le grandi masse, che però non avevano un indirizzo e un programma e si esaurivano in tumulti e atti brutali di violenza disordinata. Partecipazione di alcuni elementi del clero a queste passioni di massa che spiegano l’atteggiamento di alcuni preti verso le cosí dette «Bande di Benevento». Si verifica la solita confusione tra «comunismo» e «riforma agraria» che il Testa (da ciò che appare nel riassunto del «Marzocco») non sa criticamente presentare (come del resto non sanno fare la maggior parte dei ricercatori di archivio e degli storici). Sarebbe interessante raccogliere la bibliografia di tutte le pubblicazioni come queste per gli anni del Risorgimento.
I volontari nel Risorgimento. Paulo Fambri scrisse un articolo sui volontari nella «Nuova Antologia» (o «Antologia») del 1867 (?). Nella «Nuova Antologia» del 1° agosto 1928, L’Archivio inedito di Paulo Fambri (di A. F. Guidi) è riportata una lettera diretta al Fambri del generale C. di Robilant che era direttore della Scuola superiore di Guerra di Torino (la lettera è del 31 gennaio 1868) in cui si approva la prima parte dell’articolo del Fambri. Il Di Robilant aggiunge che dei 21.000 volontari del 1859 solo la metà o poco piú era presente nelle file combattenti (cfr. i giudizi di Plon-Plon contro i volontari in questa stessa guerra del ’59).
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