A questa epoca appartiene il volumetto Catéchisme positiviste. In un esemplare che io comprai in Roma da un venditore ambulante di libri, trovai la seguente dedica: “A Monsieur Bex, Général des Jésuites, offert par l’auteur Auguste Comte, Paris le 10 aristote 69”. Littré, al quale scrissi, inviandogli il facsimile dell’autografo, mi rispose garantendone l’autenticità. Il padre Bex non aveva tenuto alcun conto del volumetto poiché i fogli non ne erano stati nemmeno tagliati.» (Ma poteva averlo già letto in altro esemplare).
Intorno ai fatti del ’98. Sistemi elettorali escogitati: da un brano di memorie dell’on. Gianforte Suardi riportato dal Tittoni risulta che, quando il gabinetto Rudiní-Pelloux mutò la legge elettorale, l’obbligo di votare nel comune di origine fu escogitato «per impedire il voto di artificiali (!) aggruppamenti come quelli di Torino, ove per le officine delle ferrovie si trovava concentrato un gran numero di ferrovieri, tale da costituire un’artificiosa maggioranza fortuita (!) di operai di Romagna e di altre parti d’Italia all’infuori di Torino». Nelle memorie di Tittoni si potrebbero spigolare vari episodi di simili pastette politiche, in cui hanno sempre avuto incontestabile eccellenza i reazionari.
Tittoni prefetto di Napoli, dal ’900 al ’903. Idillio: non parla dei fatti concreti di cui fu accusato. Cfr. gli Atti parlamentari del 1903: nella seduta del 2 dicembre Tittoni fu attaccato da Barzilai e Bissolati, il quale riportò le accuse della «Propaganda».
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