Fatti del 1904. Ho già annotato l’azione svolta da Tittoni nel 1904, riassumendo un articolo di Gianforte Suardi nella «Nuova Antologia» del 1° novembre 1927: Tittoni è piú diffuso.
Tittoni e Giolitti. Tittoni non spiega con molta chiarezza i suoi rapporti politici con Giolitti, del quale fu intimo collaboratore: è vero che tale collaborazione è significativa anche per giudicare la politica dello stesso Giolitti. Impacciati e reticenti sono anche gli accenni di Tittoni a Sonnino e a Rudiní.
Ondata anticlericale del 1907. Nel luglio 1907 scandalo Fumagalli-don Riva, e fatti di Alassio. Tittoni clericaleggiante.
Tittoni propugnatore della guerra civile. Tittoni era rimasto colpito dal fatto che per riunire la forza pubblica necessaria a fronteggiare i tumulti scoppiati in una località, occorreva sguarnire altre regioni: durante la settimana rossa del giugno ’14, per reprimere i moti di Ancona si era sguarnita Ravenna, dove poi il prefetto, privato della forza pubblica dovette chiudersi nella Prefettura abbandonando la città ai rivoltosi. «Piú volte io ebbi a domandarmi, che cosa avrebbe potuto fare il governo se un movimento di rivolta fosse scoppiato contemporaneamente in tutta la penisola». Tittoni propose al governo l’arruolamento dei «volontari dell’ordine», ex combattenti inquadrati da ufficiali in congedo. Il progetto di Tittoni parve degno di considerazione, ma non ebbe seguito.
Il Partito Popolare. Tittoni aveva riposto molte speranze nel Partito Popolare e vi avrebbe aderito, se esso non fosse stato diverso da quello che era stato il primo movimento cattolico politico.
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