Né si può dire che «la pratica di raccoglimento e di modestia» nei primi trent’anni del regno - una pratica piú modesta di quella che realmente si ebbe - «avrebbe fermato il progresso delle attività economiche piú bisognose di movimento e di ricchezza ed, esercitata nell’interesse del meridionale, avrebbe conseguito l’effetto di rifondere e di riorganizzare la vita italiana sulla base del Regno di Napoli». Perché poi esercitata nell’interesse del meridionale? Nell’interesse di tutte le forze nuove nazionali contemperate e non gerarchizzate dai privilegi. Invece la struttura arretrata meridionale fu sfruttata, resa permanente, accentuata perfino, per drenare il risparmio delle sue classi parassitarie verso il Nord.
Anche la funzione del movimento socialista nella formazione dell’Italia moderna è presentata in modo non esatto per molti aspetti, sebbene sia esaltata e lodata. La posizione di Bonomi fu una caricatura di quella che era stata prospettata da Engels nella «Critica Sociale» (prime annate) e in questo senso era naturale la reazione sindacalista che si ispirò in parte alle indicazioni dell’Engels, e infatti fu piuttosto meridionalista, ecc. (il Valitutti si deve riferire al mio articolo sulla quistione meridionale). Per la posizione del Bonomi sarà da vedere il suo libro sulle Vie nuove, nel quale tutta la quistione deve essere esposta piú organicamente.
Italia reale e Italia legale. La formula escogitata dai clericali dopo il ’70 per indicare il disagio politico nazionale risultante dalla contraddizione tra la minoranza dei patriotti decisi e attivi e la maggioranza avversa (clericali e legittimisti - passivi e indifferenti). A Torino si pubblicò fino a qualche anno prima della guerra un quotidiano (poi settimanale), diretto da un avv.
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