320, L. 15.
I volontari. Sui volontari alcune osservazioni acute si trovano nelle Memorie di Leonetto Cipriani, specialmente per i volontari toscani e per il modo con cui furono trattati dall’esercito piemontese nel 1848. Le Memorie del Cipriani sono da leggere anche per alcune impressioni vive sugli avvenimenti del Risorgimento.
Il «mutuo insegnamento». Per l’importanza che ha avuto nel moto liberale del Risorgimento il principio e la diffusione pratica del «mutuo insegnamento», cfr. i due volumi di Arturo Linacher su Enrico Mayer, che fu uno dei maggiori collaboratori dell’«Antologia» e del Vieusseux e uno dei maggiori divulgatori del nuovo metodo pedagogico.
Giovanni Maioli, Il fondatore della Società Nazionale, Società Nazionale per la Storia del Risorgimento, Roma, 1928 (contiene 22 lettere di Giorgio Pallavicino e di Felice Foresti sul periodo 1857-58, quando il Pallavicino, presidente della Società Nazionale di cui era segretario G. La Farina, lavorava a creare il blocco liberale di destra e del centro su due caposaldi: «opinione italiana», «esercito sardo». Un detto del Pallavicino: «il rivoluzionario italiano, uomo fortissimo sul campo dell’azione, è troppo spesso un fanciullo in quello del pensiero»).
È da rilevare che nell’attuale storiografia del Risorgimento, che è tendenziosissima a modo suo, si dà come «acuto realismo politico» tutto ciò che coincide col programma piemontese dei moderati: è un giudizio del senno di poi abbastanza ingenuo e poco acuto: corrisponde alla concezione dei «Gesta dei per Allobrogos» riverniciata e spolverata di qualche concetto moderno.
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