E noi, socialisti italiani, ci proponiamo il problema : «Quale dev'essere la funzione del Partito socialista italiano (si badi, e non del proletariato o del socialismo in genere) nel presente momento della vita italiana?».
Perché il Partito socialista a cui noi diamo la nostra attività è anche italiano, cioè è quella sezione dell'Internazionale socialista che si è assunto il compito di conquistare all'Internazionale la nazione italiana. Questo suo compito immediato, sempre attuale gli conferisce dei caratteri speciali, nazionali, che lo costringono ad assumere nella vita italiana una sua funzione specifica, una sua responsabilità. È uno Stato in potenza, che va maturando, antagonista dello Stato borghese, che cerca, nella lotta diuturna con quest'ultimo e nello sviluppo della sua dialettica interiore, di crearsi gli organi per superarlo ed assorbirlo. E nello svolgimento di questa sua funzione è autonomo, non dipendendo dall'Internazionale se non per il fine supremo da raggiungere e per il carattere che questa lotta deve sempre presentare di lotta di classe.
Del modo con cui questa lotta deve affermarsi nelle varie contingenze e del momento in cui deve culminare nella rivoluzione è solo giudice competente il PSI che ne vive e solo ne conosce il vario atteggiarsi.
Solo così possiamo legittimare il riso e il disprezzo con cui da noi furono accolti gli improperi di G. Hervé e i tentativi d'approccio dei socialisti tedeschi, l'uno e gli altri parlanti a nome dell'Internazionale di cui si riputavano interpreti autorizzati, quando il PSI bandí la formula della «neutralità assoluta».
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