L'uomo passa: una generazione è sostituita dall'altra. La storia degli uomini è una matrice feconda di coscienze sempre nuove, quantunque nutrite di vecchio, di tradizione. Ma la materia bruta non possiede in sé questa elasticità di rinnovamento. Sono gli uomini che gliela dànno, quando hanno la coscienza di questo loro infuturarsi, di questo rivivere del loro sforzo attuale in una forza di domani. E quando trasformano la stratificazione geologica del mondo, quando tolgono granito al monte o calce alla cava per ordinarli in muri e soffitti, cercano di fare tutto con criteri di continuità, per non ferire inutilmente il decrepito mondo, per non ingombrare inutilmente il nuovo mondo che si dibatte per nascere. La circolare del mio curato mi preoccupa molto in questo vago crepuscolo mitologico nel quale l'animo è immerso. Ma non riesco a vincere i sentimenti soavi e teneri.
È la stessa soavità e tenerezza che si prova al cospetto di tutte le creature imperfette. Si pensa alla fatale loro infecondità, all'oblio che le sommergerà completamente in un tempo non lontano. Il mito pagano ha lasciato dei monumenti di bellezza che continuano a vivere per questo loro carattere di perennità, che fanno rivivere qualcuno dei sentimenti ancestrali. Il mito cristiano, almeno nella nostra città, non lascerà che degli ingombri, preda del futuro piccone. C'è da preoccuparsene davvero. Confessiamo che esso se fa pena per la sua impotenza e sterilità, finisce anche per essere seccante.
Profanazioni(18)
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