La polemica contro il socialismo è tutta tessuta sull'aspirazione di questo Stato etico potenziale in Italia. Ma in Italia è mancato completamente quel periodo di svolgimento che ha reso possibile l'attuale Germania e Inghilterra. Pertanto se portate alle ultime conseguenze i ragionamenti dei liberali e dei nazionalisti italiani, ottenete come risultato nel presente questa formula: il sacrifizio da parte del proletariato. Sacrifizio dei propri bisogni, sacrifizio della propria personalità, della propria combattività per dare tempo al tempo, per permettere che la ricchezza si moltiplichi, per permettere che la amministrazione si purifichi [tre righe censurate]. I nazionalisti e i liberali non arrivano fino a sostenere che in Italia esista un ordine qualsiasi. Sostengono che quest'ordine dovrà esistere, purché i socialisti non intralcino la fatale sua instaurazione.
Questo stato di fatto delle cose italiane è per noi fonte di maggiore energia e di maggiore combattività. Se si pensa quanto sia difficile convincere a muoversi un uomo che non abbia delle ragioni immediate per farlo, si comprende quanto sia piú difficile convincere una moltitudine negli Stati dove non esiste, come in Italia, da parte del governo, il partito preso di soffocarne le aspirazioni, di taglieggiarne in tutti i modi la pazienza e la produttività. Nei paesi dove non succedono i conflitti di piazza, dove non si vedono calpestate le leggi fondamentali dello Stato, né si vede l'arbitrio essere il dominatore, la lotta di classe perde della sua asprezza, lo spirito rivoluzionario perde di slancio e si abbioscia.
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