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      La borghesia impone la sua forza e le sue idee non solo alla casta prima dominante, ma anche al popolo che essa si accinge a dominare. È un regime autoritario che si sostituisce a un altro regime autoritario.
      La rivoluzione russa ha distrutto l'autoritarismo, e gli ha sostituito il suffragio universale, estendendolo anche alle donne. All'autoritarismo ha sostituito la libertà, alla Costituzione ha sostituito la libera voce della coscienza universale. Perché i rivoluzionari russi non sono giacobini, non hanno cioè sostituito alla dittatura di un solo, la dittatura di una minoranza audace e decisa a tutto pur di far trionfare il suo programma? Perché essi perseguono un ideale che non può essere solo di pochi, perché essi sono sicuri che quando tutto il proletariato russo sarà da loro interrogato, la risposta non può essere dubbia: essa è nelle coscienze di tutti, e si trasformerà in decisione irrevocabile non appena potrà esprimersi in un ambiente di libertà spirituale assoluta, senza che il suffragio sia pervertito dall'intervento della polizia e dalla minaccia della forca o dell'esilio. Il proletariato industriale è già preparato al trapasso anche culturalmente: il proletariato agricolo, che conosce le forme tradizionali del comunismo comunale, è anche esso preparato al passaggio a una nuova forma di società. I rivoluzionari socialisti non possono essere giacobini: essi in Russia hanno solo attualmente il compito di controllare che gli organismi borghesi (la duma, gli zemstva) non facciano essi del giacobinismo per rendere equivoco il responso del suffragio universale, e volgere il fatto violento ai loro interessi.


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Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279

   





Costituzione Russia