Le borghesie occidentali speravano che allo sforzo enorme di pensiero e di azione che è costato il venire alla luce della nuova vita succedesse una crisi di pigrizia mentale, un ripiegamento dell'attività dinamica dei rivoluzionari che fosse il principio di un assestamento definitivo del nuovo stato di cose.
Ma in Russia non ci sono giacobini. Il gruppo dei socialisti moderati, che ha avuto il potere in sue mani, non ha distrutto, non ha cercato di soffocare nel sangue gli avanguardisti. Lenin nella rivoluzione socialista non ha avuto il destino di Babeuf. Ha potuto il suo pensiero convertirlo in forza operante nella storia. Ha suscitato energie che piú non morranno. Egli e i suoi compagni bolscevichi sono persuasi che sia possibile in ogni momento realizzare il socialismo. Sono nutriti di pensiero marxista. Sono rivoluzionari, non evoluzionisti. E il pensiero rivoluzionario nega il tempo come fattore di progresso. Nega che tutte le esperienze intermedie tra la concezione del socialismo e la sua realizzazione debbano avere nel tempo e nello spazio una riprova assoluta e integrale. Queste esperienze basta che si attuino nel pensiero perché siano superate e si possa procedere oltre. È necessario invece spoltrire le coscienze, conquistare le coscienze. E Lenin coi suoi compagni ne hanno spoltrite di coscienze, ne hanno conquistate. La loro persuasione non è rimasta solo audacia di pensiero: si è incarnata in individui, in molti individui; è diventata fruttuosa di opere. Ha creato quel certo gruppo che era necessario per opporsi ai compromessi definitivi, a tutto ciò che potesse diventare definitivo.
| |
Russia Babeuf Lenin
|