Pagina (82/279)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Un'unità sociale piú estesa di quella che ieri esisteva determinata dalla stessa causa. Ieri il disagio era il rapporto di insoddisfacimento tra un dato pensiero politico ed economico, tra un bisogno e una delusione, oggi è lo stesso rapporto, colto da una moltitudine, da una quasi totalità. Ed è la continuazione del nostro ieri, è per noi una continuità, perché la vita è sempre una rivoluzione, una sostituzione di valori, di persone, di categorie, di classi. Gli uomini però dànno il nome di rivoluzione alla grande rivoluzione, a quella cui partecipa il massimo numero di individui, che sposta un numero maggiore di rapporti, che distrugge tutto un equilibrio per sostituirlo con un altro intero, organico. Noi ci distinguiamo dagli altri uomini perché concepiamo la vita come sempre rivoluzionaria, e pertanto domani non dichiareremo definitivo un nostro mondo realizzato, ma lasceremo sempre aperta la via verso il meglio; verso armonie superiori. Non saremo mai conservatori, neanche in regime di socialismo, ma vogliamo che l'orologiaio delle rivoluzioni non sia un fatto meccanico come il disagio, ma sia l'audacia del pensiero che crea miti sociali sempre piú alti e luminosi.
      Carattere(28)
     
      Non è tempo di sermoni. La censura non ce li permetterebbe e, del resto, abborriamo i sermoni. Abbiamo piena fiducia nel proletariato torinese e nella sua maturità. Lasciamo ai patrioti il piacevole compito di imbottire i cervelli [sedici righe censurate].
      Il proletariato torinese è ora azzannato ferocemente dai suoi avversari implacabili.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279