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      Siamo avvelenati da un'educazione riformistica che ha distrutto il pensiero, che ha impaludato il pensiero, il giudizio contingente, occasionale, il pensiero eterno, che si rinnova continuamente pur mantenendosi immutato. Siamo rivoluzionari nell'azione, mentre siamo riformisti nel pensiero: operiamo bene e ragioniamo male. Progrediamo per intuizioni, piú che per ragionamenti; e ciò porta a una instabilità continua, a una continua insoddisfazione: siamo dei temperamenti piú che dei caratteri. Non sappiamo mai ciò che i nostri compagni potranno fare domani; siamo disabituati al pensare concreto, e perciò non sappiamo fissare ciò che domani si debba fare, e se lo sappiamo per noi, non lo sappiamo per gli altri, che ci sono compagni di lotta, che dovranno coordinare i loro sforzi ai nostri sforzi.
      Nella complessa vita del movimento proletario manca un organo, sentiamo che manca un organo. Dovrebbe esserci, accanto al giornale, alle organizzazioni economiche, al partito politico, un organo di controllo disinteressato, che fosse il lievito perenne di vita nuova, di ricerca nuova, che favorisse, approfondisse e coordinasse le discussioni, all'infuori di ogni contingenza politica ed economica.
      Nel corso di queste relazioni di letture fatte, questi bisogni che io sento, che molti altri sentono con me, andranno concretandosi, e con l'aiuto dei compagni di buona volontà sarà prospettata una soluzione e indicata una via da seguire.
      Intransigenza-tolleranza. Intolleranza-transigenza
     
      Intransigenza è il non permettere che si adoperino — per il raggiungimento di un fine — mezzi non adeguati al fine e di natura diversa dal fine.


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Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279