E da questa iniziativa, alla quale i compagni tutti vorranno dare il loro appoggio, potrebbe avere anche una soluzione il problema dei compagni inscritti alle sezioni lontane, mai risolto appunto per la difficoltà di trovare un campo di comune interesse nel quale svolgere un'attività.
Bartolomeo Botto
L'Avanti! torinese ha accolto con simpatia la proposta Pellegrino e le adesioni che essa ha suscitato. Il Botto in questa sua lettera ha degli accenni di grande interesse, che crediamo opportuno sviluppare e presentare ordinati all'attenzione dei compagni.
A Torino manca una qualsiasi organizzazione di cultura popolare. Dell'Università popolare è meglio non parlare: essa non è mai stata viva, non ha mai avuto una funzione che rispondesse ad un bisogno. È d'origine borghese, e risponde ad un criterio vago e confuso di umanitarismo spirituale: ha la stessa efficacia degli istituti di beneficenza, che credono con un piatto di minestra soddisfare ai bisogni fisiologici dei disgraziati che non possono sfamarsi e muovono a pietà il tenero cuore di lor signori.
L'associazione di cultura quale i socialisti dovrebbero promuovere, deve avere scopi di classe e limiti di classe. Deve essere un istituto proletario, con caratteri finalistici. Il proletariato, a un certo momento del suo sviluppo e della sua storia, si accorge che la complessità della sua vita manca di un organo necessario e se lo crea, con le sue forze, con la sua buona volontà, per i suoi fini.
A Torino il proletariato ha raggiunto un punto di sviluppo che è dei piú alti, se non il piú alto d'Italia.
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