Anche in Francia non è una corrente economico-sociale che la fa propria; rimane pura ideologia, fiorita nei fertili campi della politica e della chiacchiera giornalistica: è il fantasma della Francia giacobina che in berretto frigio e carmagnola agita la fiaccola della fratellanza, dell'eguaglianza, della libertà, l'eroina della liberazione dei popoli, la sanzionatrice di tutte le piú squisite e nebulose conquiste verbali dello spirito umano.
Ma nel mondo anglosassone l'ideologia si presenta sotto altre vesti e con ben altre garanzie di serietà e di concretezza. Nel mondo anglosassone Lega delle Nazioni significa questo: necessità del capitalismo moderno, forma politica attuale di convivenza internazionale che sia meglio adeguata alle necessità della produzione e degli scambi.
Woodrow Wilson è arrivato alla presidenza degli Stati Uniti per rappresentarvi gli interessi politici di un ceto capitalista che è la quintessenza del capitalismo: i produttori non protetti, e che non possono essere protetti; gli industriali che esportano, che hanno bisogno di nuovi mercati, che possono essere danneggiati nel loro vigoroso e spontaneo sviluppo dai protezionismi degli altri paesi. La loro ideologia politica è la democrazia liberale e liberista, che nelle penultime elezioni ha sconfitto la democrazia radicale, affaristica, trustaiola, protezionista.
Per questa borghesia Lega delle Nazioni vuol dire dissolvimento delle reliquie politiche del feudalismo. L'economia borghese ha in un primo momento dissolto le piccole nazionalità, i piccoli aggruppamenti feudali: ha liberato i mercati interni da tutte le pastoie mercantili che inceppavano i traffici, che impedivano alla produzione di trasformarsi e di espandersi.
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