L'organizzazione economica e il socialismo(40)
Pubblichiamo questo scritto di un giovane compagno, perché egli ci assicura esservi riflesso il pensiero di una importante frazione del movimento socialista torinese. Rinunziamo preventivamente a ogni ricerca di storia delle idee, e di storia di espressione delle idee. Lo esaminiamo in sé e per sé, appunto come manifestazione di convincimenti che possono essere collettivi, e possono determinare speciali atteggiamenti.
D'accordo in linea generale con moltissime delle affermazioni del compagno R. F., crediamo erronei alcuni giudizi e alcune conseguenze di essi. La scissione tra politica ed economia, tra organismo e ambiente sociale, sostenuta dalla critica sindacalista, per noi non è altro che una astrazione teorica della necessità empirica, tutta pratica, di scindere provvisoriamente l'unità attiva sociale per meglio studiarla, per meglio comprenderla. Nell'analizzare un fenomeno si è costretti, per necessità di studio, a ridurre questo fenomeno ai suoi cosí detti elementi, che invero non sono altro, ognuno, che il fenomeno stesso visto in un momento piuttosto che in un altro, con la preoccupazione di un fine particolare invece che di un altro. Ma la società, come l'uomo, è sempre e solo una unità storica e ideale che si sviluppa negandosi e superandosi continuamente. Politica ed economia, ambiente e organismo sociale sono tutt'uno, sempre, ed è uno dei piú gran meriti del marxismo avere affermato questa unità dialettica. È avvenuto che i sindacalisti e i riformisti, per uno stesso errore di pensiero, si sono specializzati in una diversa branca del linguaggio empirico socialista.
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