L'efficacia creatrice delle volontà e delle iniziative umane è condizionata nello spazio è nel tempo. Ciò che appare non è spesso che l'immagine vana della vita. Le nostre passioni, i nostri desideri ci spingono a interpretare i singoli avvenimenti in un modo piuttosto che in un altro. E queste interpretazioni stesse diventano a loro volta determinanti di storia, suscitatrici di operosità attiva, anche se in piccola zona e per piccoli fatti. Intanto nel colossale urto di tante operosità contrastanti, che si elidono o si integrano, la vita prosegue, implacabile, secondo una linea che risulta da queste elisioni e integrazioni. Solo dopo possiamo giudicare, e questo dopo è piú o meno futuro, quanto piú estese e grandi sono le forze che cozzano, quanto piú profondi sono gli strati d'umanità che all'attività sociale partecipano.
Ci sono nella storia sconfitte che piú tardi sono apparse vittorie luminosissime, presunti morti che hanno fatto riparlare di sé fragorosamente, cadaveri dalle cui ceneri è risorta la vita piú intensa e produttrice di valori.
Gli uomini singoli, i singoli gruppi possono essere sconfitti, possono morire, può di loro perire anche il ricordo. Ma non muore l'attività loro buona, non muore il loro pensiero in quanto interpreta una aspirazione razionale della coscienza umana. Si diffonde anzi, diventa energia di moltitudini, si trasforma in costume, e vince, e si afferma vittorioso.
Spesso chi sembrava aver compresso e vinto, diventa l'erede dell'avversario, lo sostituisce inconsapevolmente nel suo compito.
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