È una parte necessaria ed integrante del nostro spirito, che non sarebbe quello che è se egli non avesse vissuto, non avesse pensato, non avesse fatto scoccare scintille di luce dall'urto delle sue passioni e delle sue idee, delle sue miserie e dei suoi ideali.
Glorificando Carlo Marx nel centenario della sua nascita, il proletariato internazionale glorifica se stesso, la sua forza cosciente, il dinamismo della sua aggressività conquistatrice che va scalzando il dominio del privilegio, e si prepara alla lotta finale che coronerà tutti gli sforzi e tutti i sacrifizi.
Astrattismo e intransigenza(46)
La Stampa dell'8 maggio ha pubblicato un articolo di un «simpatizzante», sul dissidio socialista manifestatosi nella polemica tra la direzione dell'Avanti!, che scrive per tutta la frazione intransigente rivoluzionaria e alcuni membri del gruppo parlamentare che scrivono non si sa bene per chi. Il «simpatizzante» simpatizza specialmente per il gruppo, ma non riesce a dare di questa simpatia una dimostrazione che convinca intimamente cosí come può convincere qualcuno per l'apparenza formale di una ferrea logicità. Ciò che cercheremo di dimostrare.
Il dissidio esistente nel partito avrebbe le sue scaturigini nello stesso Carlo Marx, la cui personalità si rivelerebbe sotto due aspetti: quella del mistico-rivoluzionario e quella del concreto-storico. Gli intransigenti sarebbero dei mistici-astrattisti, i collaborazionisti sarebbero dei concretisti, degli storicisti, dei realisti (domandiamo perdono per la filastrocca degli isti). Il misticismo si sarebbe accordato col concretismo nella negazione della guerra, dando luogo alla compattezza occasionale del partito, ma il granito ha questa intima screpolatura, e la lucertola del dissidio fa ogni tanto capolino dalla fessura.
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