Marx irride i democratici spappolati, che non conoscono la forza, credono la parola sia carne, credono che alle forze organizzate basti opporre la parola, che ai fucili e ai cannoni basti opporre il petardo del vaniloquio. Ma come rivoluzionario, cioè uomo attuale di azione, non può prescindere dalle ideologie e dagli schemi pratici, che sono entità storiche potenziali, in formazione; solo che le salda con la forza dell'organizzazione, del partito politico, della associazione economica.
Il «simpatizzante» riconosce che il dogma, lo schema pratico della classe, avendo generato l'intransigenza, ha rinvigorito il partito (cioè la classe potenziale, in formazione, che si integra giorno per giorno). Non pensa che il dogma ha cosí dimostrato di essere una concretezza, ed ha esaurito il solo suo compito. L'uomo politico che non sia un empirico, opera per l'avvenire come se la classe fosse già attualmente in piena efficienza di quadri. Ottiene lo scopo immediato di rinvigorirsi e di trasformare il costume, di migliorare l'ambiente generale. La critica dovrebbe dimostrare, per essere concreta, come questi schemi pratici siano arbitrari, come l'astrazione, che è una necessità della pratica, sia gratuita, cioè non diventerà mai organizzazione, date le premesse storiche attuali. Ma la dimostrazione è impossibile perché lo schema della classe, diventato azione col metodo dell'intransigenza, ha determinato un rinvigorimento, documento di concretezza nel presente e piú nell'avvenire.
Il «simpatizzante» è anch'egli un mistico inconsapevole, dato che misticismo significhi non adesione alla vita, all'azione.
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