Pagina (175/279)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      .. e cosí via.
      La politica del «se» è una prova dell'incapacità a comprendere la storia e pertanto anche una prova della incapacità a fare la storia.
      Un ex ministro pubblica un opuscolo che ha la pretesa di essere un contributo alla storia scientifica di un periodo oscuro e doloroso della vita nazionale italiana, e ha la pretesa di essere uno stimolo pedagogico per l'attualità. Nell'opuscolo non si accenna neppure all'attività svolta dal governo del tempo per disciplinare le energie della nazione, per rivolgere utilmente ed efficacemente i mezzi dello Stato al raggiungimento di un certo bene o all'allontanamento di un certo male: il governo sembra non esistesse in quel tempo, sembra che in quel tempo lo Stato non fosse quella suprema organizzazione di tutta la vita pubblica che esso invece è, ed è con gravi responsabilità per gli uomini che lo dirigono. Avviene cosí che in questo opuscolo la causa degli avvenimenti è tutta riposta nella buona o perversa volontà di individui irresponsabili; piccoli episodi, di valore puramente aneddotico, vengono dilatati artificiosamente e si ha l'impressione che il paese non fosse allora un organismo disciplinato dai poteri, ma fosse un aggregato meccanico di tribú barbariche, sempre in piazza a danzare intorno a un feticcio e le quali si precipitavano da un lato o dall'altro disordinatamente e incoerentemente, a seconda che la volontà misteriosa del feticcio veniva interpretata da un pazzo malvagio, da un pazzo melanconico o da un pazzo miracolosamente ragionante.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279

   





Stato Stato