Questa sollevazione, quantunque giustificata dalla funesta politica di Kerenski, non aveva però l'adesione dei bolscevichi e di Lenin, perché i Soviet rimanevano ancora contrari ad assumere tutto il potere nelle loro mani e per conseguenza ogni sollevazione virtualmente si dirigeva contro i Soviet, che, bene o male, rappresentavano la classe.
Bisognava quindi continuare ancora la propaganda classista e persuadere gli operai a mandare nei Soviet delegati convinti della necessità che i Soviet assumessero tutto il potere del paese. Appare anche da ciò evidente il carattere essenzialmente democratico dell'azione bolscevica, rivolta a dare capacità e coscienza politica alle masse, perché la dittatura del proletariato si instaurasse in modo organico e risultasse forma matura di regime sociale economico-politico.
Ad affrettare lo svolgersi degli avvenimenti contribuí, oltre che l'atteggiamento sempre piú provocante della borghesia, il tentativo militare, fatto da Korniloff, di marciare su Pietrogrado per impossessarsi del potere, e poi Kerenski con i suoi gesti napoleonici, con la formazione di un gabinetto composto di noti reazionari, col suo preparlamento non eletto col suffragio universale, e finalmente col divieto del Congresso panrusso dei Soviet, vero colpo di Stato contro il popolo, inizio del tradimento borghese verso la rivoluzione.
Le tesi di Lenin e dei bolscevichi, sostenute, ribadite, propagate con lavoro perseverante e tenace fin dall'inizio della rivoluzione, avevano nella realtà una riprova assoluta: il proletariato, tutto il proletariato delle città e delle campagne si schierò risolutamente attorno ai bolscevichi, rovesciò la dittatura personale di Kerenski consegnando il potere al Congresso dei Soviet di tutta la Russia.
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